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AMA anche per ictus e sclerosi multipla
AMA anche per ictus e sclerosi multipla
La Regione ha definito due nuovi protocolli operativi per l’Attività Motoria Adattata
D’ora in poi anche le persone colpite da ictus cerebrale e sclerosi multipla potranno beneficiare dell’Attività Motoria Adattata (AMA) nell’ambito di specifici protocolli regionali di riferimento. Sono stati predisposti e approvati dalla Regione Emilia-Romagna, infatti, i due nuovi protocolli operativi: si tratta di voler implementare i percorsi costruiti per promuovere l’attività fisica nelle persone affette da patologie croniche, attraverso l’integrazione e la realizzazione di partnership tra sistema sanitario e soggetti pubblici e privati del territorio.
A oggi l’Attività Motoria Adattata può essere prescritta dal Medico di Medicina Generale o dallo Specialista per le seguenti patologie croniche: cardiopatie, diabete, trapianto d’organo solido,
lombalgia, osteoartrosi, fibromialgia, malattia di Parkinson, a cui ora si aggiungono anche ictus cerebrale e sclerosi multipla. Le Aziende sanitarie locali, poi, possono attivare ulteriori percorsi oltre a quelli previsti dai protocolli regionali. L’Attività Motoria Adattata è tenuta da personale laureato in Scienze e Tecniche dell’Attività Motoria Preventiva e Adattata (LM 67 o equivalente) nelle Palestre che promuovono salute consultabili su questo sito.
Per quanto riguarda l’ictus cerebrale, l’AMA può essere praticata da adulti con stroke verificatosi da almeno 6 mesi, con emiparesi lieve moderata, in grado di camminare da soli per 10 metri (anche con intervalli di riposo e con ausilio), dimessi al domicilio senza la necessità di trattamenti riabilitativi. Inoltre, non devono sussistere severi deficit cognitivi o sensoriali, scompenso cardiaco o condizioni mediche che impediscano la partecipazione a un esercizio fisico a bassa intensità, comorbidità maggiore a tre, afasia a 2 fasi.
Per la sclerosi multipla, invece, l’AMA può essere praticata da persone di età compresa tra i 18 e i 70 anni in fase di relativa stabilizzazione della malattia, in assenza di rischio cardiovascolare, che non abbiano in atto un trattamento riabilitativo e si possano spostare autonomamente o con l’uso della carrozzina. Inoltre, non devono sussistere severi deficit cognitivi, fasi di riacutizzazione della malattia, instabilità clinica generale, impossibilità totale negli spostamenti.